Informiamo il pubblico e i consumatori circa la situazione, in Italia, delle politiche cage-free adottate dalle aziende all'interno del settore della grande distribuzione organizzata.
AZIENDE CHE NON HANNO PUBBLICATO UN IMPEGNO CAGE-FREE
Infine, ci sono alcune aziende che purtroppo non hanno pubblicato sul loro sito alcun tipo di impegno cage-free.
Aiutaci a chiedere loro di fare un passo importante e allinearsi con tutte quelle aziende in Italia e all’estero che, pubblicando le proprie policy cage-free, hanno preso ufficialmente le distanze dalle gabbie per le galline ovaiole: clicca su "Manda l'-mail" che trovi sotto ai loghi delle due aziende per incoraggiarle a pubblicare sul proprio sito una politica cage-free!
AZIENDE CHE HANNO FATTO UN PASSO AVANTI IMPORTANTE
Vi sono poi aziende che, pur non avendo pubblicato un impegno completo, hanno comunque fatto un passo importante nella giusta direzione impegnandosi ad escludere dal proprio approvvigionamento uova provenienti da allevamenti in gabbia (codice 3),
AZIENDE CON UNA POLICY CAGE-FREE E SUI SISTEMI COMBINATI
Alcune grandi catene di supermercati hanno pubblicato un impegno a non rifornirsi da allevamenti di galline ovaiole allevate in gabbia e da sistemi combinati, prendendo posizione contro uno dei metodo di allevamento più crudeli dell’industria.
IL PROBLEMA: LE GALLINE IN GABBIA
Le galline ovaiole allevate in gabbia sono costrette a passare la loro breve vita all’interno di gabbie sporche e minuscole, dalle dimensioni pari a un foglio A4, stipate insieme alle loro compagne. Le aziende, attraverso la pubblicazione di un impegno a smettere di utilizzare uova di galline che provengono da questi allevamenti, hanno il potere di cambiare ulteriormente le abitudini dei consumatori e di prendere posizione contro queste pratiche crudeli.
Photo credit: Selene Magnolia
Le galline, animali intelligenti e curiosi, non possono esprimersi liberamente all'interno delle gabbie. Le condizioni di vita delle galline ovaiole allevate in gabbia sono talmente insalubri e stressanti che molte di loro muoiono precocemente di stenti e malattie. Gli animali che sopravvivono sono comunque destinati, dopo all'incirca 2 anni di vita, al macello, senza aver mai potuto vivere in libertà.
Negli allevamenti in gabbia, è possibile osservare molte galline costrette a camminare sui corpi delle compagne morte. Questo avviene perché può accadere che i cadaveri non vengano rimossi ma siano lasciati in putrefazione in mezzo agli animali vivi. Gli individui malati, infatti, vengono lasciati morire e poi decomporsi in mezzo agli animali vivi che, nel frattempo, continuano a deporre le uova: questo è un trauma per gli animali e potrebbe rappresentare un pericolo per la salute delle persone.
Photo credit: Selene Magnolia
Il contatto costante con le sbarre provoca a questi animali ferite dolorose, ulcere e perdita del piumaggio. Lo stress dovuto a questa costrizione è tale che gli animali diventano aggressivi e spesso si beccano a vicenda fino ad arrivare a veri e propri episodi di cannibalismo. Per questo motivo, molte di loro subiscono anche la mutilazione del becco, una parte molto delicata e sensibile che viene tagliata nel peggiore dei casi senza alcuna anestesia o controllo veterinario.
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DIFENDIAMO GLI ANIMALI IN TUTTO IL MONDO
Animal Equality è un’organizzazione internazionale che lavora con la società civile, i governi e le aziende per porre fine alla crudeltà sugli animali allevati a scopo alimentare.
N.B.: Questo sito è stato creato per informare il pubblico e i consumatori circa lo status attuale delle politiche di benessere animale cage-free adottate dalle aziende italiane nel settore della grande distribuzione organizzata. Le immagini inserite non si riferiscono agli allevamenti dai quali queste aziende si riforniscono, ma rappresentano dei tipici allevamenti in gabbia di galline allevate per la produzione di uova e sono state utilizzate per illustrare al meglio la problematica di cui ci occupiamo.