l'itinerario

Dalla Grotta delle Meraviglie alla ferrata del Cristo Redentore: quante sorprese a Maratea

Alla scoperta di un paese di montagna, ma con i piedi nell’acqua cristallina del Tirreno. In una Basilicata ancora autentica e sempre più aperta a un turismo outdoor ed attivo

Livia Taglioli
Giornalista

Alla scoperta di un paese di montagna, ma con i piedi nell’acqua cristallina del Tirreno. In una Basilicata ancora autentica e sempre più aperta ad un turismo outdoor ed attivo, 32 chilometri di costa tirrenica fieramente resistenti fra la Campania e la Calabria, fra Punta degli Infreschi che la separa dal Cilento e Punta La Secca, l’estremo che la divide dalla Calabria, adagiati lungo il Golfo di Policastro fra rocce sedimentarie e spiagge nere di aggressiva bellezza: questo è lo spicchio di Basilicata che si presenta alla vista da Maratea guardando verso il mare. Ma non è tutto, anzi. 

VETTE DI 2000 METRI

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Perché proprio a ridosso della costa si erge maestosa e fiera la montagna, disseminata di vette che raggiungono anche i 2000 metri, intervallate da forre, vallate più aperte e paesi che si perdono verso l’interno in un’infinità di frazioni. Così è anche per Maratea, nell’immaginario turistico collettivo, paese di mare ma in realtà radicato in montagna, con le case del centro storico spesso costruite sulle rocce, abbarbicato dunque ai monti ma con una incredibile vista mare, fin dove l’azzurro dell’acqua si fonde e si confonde con quello del cielo. Dallo snorkeling all’arrampicata, dalle ferrate ai ponti tibetani (ben tre, di cui uno, il più lungo del mondo con i suoi 586 metri di lunghezza, a 80 metri d’altezza, collega simbolicamente il Parco Nazionale del Pollino con quello dell’Appenino Lucano ed è per questo detto “ponte fra i due parchi”), dalla pesca in apnea al trekking (con sbocco a mare, naturalmente!) al cicloturismo, fino al coast to coast di papaleiana memoria: Maratea è un punto di partenza ideale per attività outdoor per tutti i gusti e per ogni gamba, di terra e di mare, supportato da tour operator locali, come ad esempio IvyTour, ben organizzato e pronto a strutturare un ventaglio di attività outdoor ampio e variegato, sempre attento alla sostenibilità e alla tutela ambientale, e alimentato da un grande amore per il territorio, la sua storia e le tradizioni. 

COMPETENZA E PASSIONE

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Donato, Francesco di Blu Experience, Oreste, Pompeo, sono solo alcune delle guide, ciascuna specializzata nel proprio settore, che ci hanno introdotto con competenza e passione agli aspetti naturalistici durante escursioni e a piedi e in bicicletta, ai segreti dell’archeologia subacquea, ai preziosi primi rudimenti delle vie ferrate, al fascino nascosto della Grotta delle Meraviglie, una piccola Frasassi a due passi dal mare. Con la regia di Ivana, preziosissimo back office. Per non parlare degli incontri, brevi ma significativi, con le persone del posto, dalla ricamatrice di Castelsaraceno che ci ha raccontato del locale rito arboreo, tuttora sentita festa popolare di tradizione pagana poi accolta dalla Chiesa che vede il “matrimonio” fra Ndenna (un faggio) e Cunocchia (un abete), issata sulla cima del primo, che si svolge ogni anno in giugno. 

CHE ACCOGLIENZA!

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Oppure Clementina, nel delizioso borgo di Rivello, proprietaria e ciarliera memoria storica del paese, di un piccolo negozio di alimentari cui si accede attraverso un primo locale-bar foderato di legno e di storia, un piccolo gioiello antico incastonato nel borgo, con la minuscola piazzetta di fronte che accoglie passanti e locali, turisti ed escursionisti (nel borgo passa anche il sentiero Italia del Cai).

SAPORI E TRADIZIONI

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Una vera chicca da non perdere, di un’Italia in via d’estinzione, di cui la Basilicata sa però conservare i sapori e le tradizioni, come ad esempio il Carnevale di Satriano con la celebre maschera del Rumita, in una natura generosa e spesso ancora incontaminata, fra profumi e immagini che fanno bene al corpo e all’anima. Sotto le braccia allargate e lo sguardo benevolo che accoglie chi sale fino ai suoi piedi, sui circa 600 metri del monte San Biagio (per arrivarci c’è anche un sentiero, oltre alla via ferrata!), del Cristo Redentore, simbolo di Maratea, bianca e imponente statua come sospesa fra mare e monti.

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