Così l’inquinamento atmosferico provoca il cancro ai polmoni: nuova scoperta

di Vera Martinella

Studi in laboratorio mettono in luce un meccanismo diverso da quello finora più accreditato: la crescita del tumore è scatenata dall'infiammazione cronica causata dalle polveri sottili più che mutazioni genetiche

Così l’inquinamento atmosferico provoca il cancro ai polmoni: nuova scoperta

Sul fatto che l'inquinamento atmosferico possa provocare tumori ai polmoni (ma non solo) non ci sono dubbi. Uno studio, da poco pubblicato sulla rivista scientifica Nature , fa però luce su un nuovo possibile meccanismo, differente da quello indagato finora, che potrebbe non soltanto spiegare in che modo lo smog causa il cancro, ma anche in futuro aiutare a trovare un modo per prevenirlo. Finora, infatti, le ricerche si sono concentrate sul fatto che le sostanze inquinanti nell'aria possano provocare mutazioni del Dna che, con il passare del tempo, favoriscono l'insorgenza di un carcinoma polmonare. «Il nuovo studio è innovativo perché esplora un meccanismo diverso e documenta come l’infiammazione cronica abbia un ruolo cardine» sottolinea Sergio Harari, responsabile di Medicina interna e Pneumologia all’Ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano.

Inquinamento, cancro e morti

Le stime globali dicono che lo smog è responsabile di oltre 250mila decessi per adenocarcinoma polmonare ogni anno nel mondo, oltre a milioni di morti per altre patologie. Diverse ricerche hanno rilevato un nesso, ancora da confermare, anche fra aria inquinata e neoplasie di testa e collo (bocca, naso, gola), vescica, seno, pelle e prostata. «L’Organizzazione mondiale della sanità considera direttamente attribuibile agli inquinanti atmosferici un terzo delle morti premature dovute a infarti o ictus cerebrali, malattie respiratorie e tumori polmonari — ricorda Harari, professore di Medicina interna all'Università degli Studi di Milano —. Un dato preoccupante anche alla luce dell'ultimo documento “Air Quality Report” (febbraio 2023) a cura dell’Agenzia Europea per l’Ambiente nel quale l’Italia si conferma tra i Paesi europei più inquinati: se le stime di decessi prematuri da PM2,5 sono passate per la Germania da 58.600 del 2016 a soli 28.900 del 2020, per l’Italia, invece, si è passati da 58.600 a 52.300 morti premature». L’inquinamento atmosferico include varie sostanze cancerogene provenienti da attività umane (traffico veicolare, industrie, riscaldamento domestico), ma l'effetto delle polveri sottili, catalogate fra i cancerogeni certi per gli esseri umani, è certamente maggiore nei fumatori, che già hanno l'apparato respiratorio fortemente indebolito e danneggiato dal tabacco.

Il nuovo studio

Nella loro indagine, i ricercatori del Francis Crick Institute di Londra hanno valutato  dati epidemiologici e ambientali relativi a Regno Unito, Canada, Sud Corea e Taiwan e analizzato in laboratorio sia campioni di tessuto tumorale proveniente dai malati, sia modelli murini (i topi sono simili agli esseri umani, per questo vengono utilizzati per studiare molte patologie). I risultati finali indicano che l'inquinamento atmosferico favorisce la proliferazione di cellule già mutate, potenzialmente per la somma di «errori» del Dna che si accumulano naturalmente con l'invecchiamento, presenti nei polmoni. «Lo smog non favorirebbe unicamente nuove mutazioni responsabili del cancro, ma determinando un’infiammazione cronica dell'apparato respiratorio, con il passare del tempo favorirebbe la trasformazione delle cellule in carcinoma — conclude Harari —. Un meccanismo patogenetico completamente diverso, anche da quello con il quale il fumo di sigaretta causa tumori».

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5 maggio 2023 (modifica il 5 maggio 2023 | 12:51)

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