Smettere di fumare con un farmaco e fare un esame gratuito che scopre il tumore ai polmoni

di Vera Martinella

I volontari che partecipano al progetto ricevono gratis sostegno per dire addio al tabacco e citisina in pastiglie, oltre a una Tac spirale periodica che controlla la salute di apparato respiratorio e cuore

Smettere di fumare con un farmaco e fare un esame gratuito che scopre il tumore ai polmoni

Getty Images

In 18 ospedali italiani è possibile fare un esame gratuito che scopre l'eventuale presenza di tumore ai polmoni prima dei sintomi, che nella maggior parte dei casi compaiono quando la malattia è già in fase avanzata. E contemporaneamente i fumatori vengono aiutati a smettere: un buon proposito per l'estate, visto la bella stagione e le ferie mettono disposizione alcune armi in più a chi vuole provarci. Ci sono, infatti, ancora posti a disposizione per partecipare gratuitamente al programma RISP (Rete Italiana Screening Polmonare, il primo programma di screening del tumore al polmone), avviato circa un anno fa rivolto a donne e uomini tra i 55 e i 75 anni, forti fumatori attuali oppure ex tabagisti da meno di 15 anni.

Chi può partecipare

«Ci si può candidare iscrivendosi nel portale www.programmarisp.it e indicando il centro più vicino al luogo di residenza — spiega Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e coordinatore del programma RISP —. Il reclutamento è aperto per fumatori con un consumo medio di 20 sigarette al giorno per 30 anni, oppure ex forti tabagisti che abbiano smesso da meno di 15 anni, con un'età compresa tra 55 e 75 anni. I partecipanti verranno monitorati periodicamente con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (la cosiddetta Tac spirale) un accertamento semplice: dura pochi secondi, senza mezzo di contrasto e con una dose di radiazioni molto limitata, che può individuare noduli piccoli e localizzati, consentendo d’intervenire in modo tempestivo, riducendo così le morti per cancro. Inoltre con questo esame i partecipanti non terranno sotto controllo una potenziale malattia tumorale, ma anche patologie respiratorie e cardiache».

La citisina, il farmaco che aiuta a smettere di fumare

  Se scoprire un carcinoma in fase iniziale può salvare la vita (più piccolo è il nodulo più mininvasiva e radicale può essere la chirurgia, con elevate possibilità di guarigione definitiva), altrettanto decisivo è fornire un sostegno per aiutare i tabagisti a smettere: pochissimi sono gli italiani che ricorrono ai farmaci utili per la disassuefazione e pure quelli che si rivolgono a personale esperto che possa fare un identikit del fumatore e sostenerlo nella sua decisione di dire basta.  Ma le statistiche indicano che se si chiede aiuto le probabilità di farcela aumentano. Così, nell’ambito del programma RISP, l’INT milanese si è fatto promotore della distribuzione della citisina ai 18 centri aderenti al progetto.

Questo farmaco, finora disponibile solo in formulazione galenica, oggi è in compresse preparate ad hoc, al momento solo per la somministrazione ai partecipanti allo studio. La citisina è un farmaco antifumo dai molti vantaggi, come ha dimostrato anche uno studio condotto da INT insieme all’Istituto Mario Negri di Milano e all’Università di Parma. «È un principio attivo ben tollerato, pressoché privo di effetti collaterali e che a differenza della nicotina non crea dipendenza — commenta Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell’INT —. Ha uno schema posologico che prevede una terapia di 40 giorni, con lo stop fumo previsto tra l’ottavo e il 14esimo giorno, suddivisa in più assunzioni giornaliere a causa dell’emivita breve del principio attivo. Questo suo limite però può essere anche la sua carta vincente perché sostituisce la ritualità della sigaretta».

Ridurre i morti per cancro ai polmoni

Ogni giorno in Italia circa 115 persone scoprono di avere un tumore ai polmoni (per un totale di quasi 44mila nuovi casi registrati nel 2022), che resta un temibile big killer perché più del 70% dei pazienti arriva alla diagnosi tardi, quando la malattia è già in stadio avanzato e le possibilità di guarire purtroppo sono ridotte. La neoplasia, infatti, non dà segni evidenti della sua presenza agli esordi e quando lo fa è generalmente già progredita in fase metastatica. «Circa l'85% dei pazienti è oppure è stato un consumatore di tabacco: l’obiettivo è quello di dimostrare che è possibile ridurre la mortalità del tumore al polmone nei forti fumatori ad alto rischio grazie allo screening con tomografia computerizzata a basso dosaggio per una diagnosi precoce e con un percorso di disassuefazione dal fumo che comprenda anche la citisina — dice Pastorino —. E se i dati che otterremo ci confermeranno le nostre ipotesi, il prossimo step sarà quello di stimolare le istituzioni a inserire questo approccio nei Livelli essenziali di assistenza, rendendo quindi rimborsabili con il Servizio Sanitario Nazionale sia la TAC a basso dosaggio sia i farmaci antifumo a scopo preventivo per coloro che sono ad alto rischio». 

I Centri dove è possibile partecipare

Il programma RISP si sviluppa nell’ambito di uno studio multicentrico randomizzato finanziato dal Ministero della Salute ed è attivo in 18 centri selezionati distribuiti in 15 Regioni (Lombardia, Liguria, Lazio, Veneto, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Marche, Provincia autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Sicilia).

Il valore aggiunto: la TAC con l’intelligenza artificiale

 Il Programma RISP prevede l’esecuzione della TAC spirale toracica a basse dosi di esposizione, in linea con i risultati degli ultimi studi condotti in USA, Europa e Italia. Tutti ne hanno dimostrato l’efficacia nella diagnosi precoce del carcinoma polmonare.  «Analizziamo i risultati della TAC con il supporto dell’Intelligenza artificiale che ci permette di ridurre i falsi positivi e, di conseguenza, interventi chirurgici per patologie benigne — chiarisce Nicola Sverzellati, direttore dell'Unità di Scienze Radiologiche a Parma e Professore Ordinario presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Parma —. Utilizziamo inoltre apparecchiature di ultima generazione che presentano un’elevata rapidità di esecuzione e, aspetto ancora più importante, l’esposizione a una dose minima di radiazioni, senza compromissione della qualità delle immagini». La TAC del torace fornisce inoltre molte altre informazioni, utili sulla salute di cuore e polmoni e aiuta a valutare eventuali altri danni per cogliere tempestivamente altre patologie provocate dal fumo.

La diagnosi del tumore al polmone, anche una questione di genere

Il cancro ai polmoni è oggi la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Stiamo assistendo a un incremento dei casi di malattia tra la popolazione femminile — sottolinea Silvia Novello, responsabile dell'Oncologia Polmonare al San Luigi Gonzaga di Orbassano e presidente di WALCE Onlus - Women Against Lung Cancer —. La sola ed unica causa di questo dato è l’incremento dell’abitudine al fumo. Quello che stiamo notando, inoltre, è che una donna su dieci inizia prima dei 15 anni. In Europa, l’Italia spicca per uno dei più alti tassi di giovani fumatrici, un triste primato che preferiremmo non avere. Per questo, bisogna pensare a campagne di prevenzione mirate alle diverse fasce di popolazione: non si può pensare di sensibilizzare con gli stessi messaggi e le stesse strategie ragazze di 11 anni e donne over 50, anche perché in quest’ultimo caso gli obiettivi diventano due, screening e prevenzione».

Un big killer, ma si può guarire

Purtroppo, a cinque anni dalla scoperta della malattia è vivo solo il 18% circa dei pazienti, anche se negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto importanti progressi. «Grazie allo screening, è possibile ricevere una diagnosi in fase iniziale, cioè quando il tumore è in primo e secondo stadio ed esiste la concreta possibilità di guarire — ricorda Francesco Facciolo, direttore della Chirurgia Toracica Istituto Regina Elena di Roma —. In questi casi il tumore è curabile con un intervento semplice, risolutivo ed eseguito in chirurgia mininvasiva, con una sopravvivenza a distanza superiore all’80%. Più piccolo è il nodulo quando viene individuato più mininvasiva e radicale può essere la chirurgia, con elevate possibilità di guarigione definitiva».

Il Programma RISP prevede il reclutamento di 10 mila volontari nell’arco di 18 mesi. Attualmente, l’adesione è al 50%, ma «per informare in maniera capillare la popolazione, abbiamo coinvolto circa 300 farmacie sparse sul territorio pugliese e anche grazie a questa strategia siamo riusciti a registrare un’elevata adesione — conclude Domenico Galetta, responsabile dell'Oncologia medica per la patologia toracica all'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari —. Il fumatore che si riconosce nelle caratteristiche indicate dal programma, può iscriversi in farmacia e fissare anche l’appuntamento per lo screening con la TAC. L’altro aspetto positivo è che nella metà dei casi, le persone hanno anche chiesto di partecipare al percorso di disassuefazione con una elevata percentuale di successo».

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14 luglio 2023 (modifica il 24 luglio 2023 | 18:08)

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