L’inquinamento fa ammalare di tumore al polmone soprattutto chi non ha mai fumato

di Vera Martinella

Un nuovo studio britannico mette in luce i meccanismi scatenati dalle polveri sottili che innescano mutazioni genetiche e possono portare alla formazione di una neoplasia

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Che fra i molti danni per la salute causati dallo smog ci fossero anche i tumori non è, purtroppo, una novità: dal 2013 l’inquinamento atmosferico in generale e il particolato atmosferico (ovvero le cosiddette polveri sottili) sono catalogati fra i cancerogeni certi per gli esseri umani dalla massima autorità in materia, l'International Agency for Research on Cancer (Iarc) di Lione, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale di Sanità. Ora però pare che a farne le spese potrebbero essere in modo particolare i polmoni dei non fumatori che sembrano esposti a rischio maggiore di carcinoma polmonare non a piccole cellule, la forma più frequente di cancro dell’apparato respiratorio. È quanto emerge da un nuovo studio presentato durante il congresso della Società Europea di Oncologia (European Society for Medical Oncology – Esmo) in corso a Parigi: un team di ricercatori britannici ha infatti individuato diversi meccanismi che paiono favorire la formazione di una neoplasia in persone che non hanno mai acceso una sigaretta.

  

Il tumore più letale in Italia

L’inquinamento ambientale (in particolare quello atmosferico) include varie sostanze cancerogene provenienti da attività umane (traffico veicolare, industrie, riscaldamento domestico) o da sorgenti naturali (radiazioni ionizzanti, raggi ultravioletti) e si stima che in Italia sia responsabile di circa 5 casi di cancro su 100. «Quello al polmone è ancora oggi il tumore più letale in Italia e, con 41mila nuovi casi annui, è uno dei più frequenti - ricorda Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica all'Università di Torino, responsabile dell'Oncologia polmonare al “San Luigi Gonzaga” di Orbassano -. Per prevenirlo perché basterebbe non fumare, visto che l'85% dei casi è dovuto al tabacco, anche se un caso su cinque riguarda i non tabagisti».  

Cause di cancro in chi non fuma

Le statistiche indicano che circa il 15-20% delle persone che si ammalano non fuma. Come mai? È ’ certo il ruolo cancerogeno di radon, asbesto o amianto, metalli pesanti (quali cromo, cadmio e arsenico) e dell’inquinamento atmosferico — commenta Novello, che è anche presidente di WALCE Onlus (Women against lung cancer in Europe) —. Ed è ancora troppo sottovalutato il ruolo del fumo di seconda mano, che invece fa lievitare il pericolo: in Italia i fumatori passivi sono ancora molti, un fatto gravissimo soprattutto per i bambini». Poi gli esperti provano da anni a chiedere risposte al Dna e va in questa direzione anche l’indagine presentata dagli studiosi del Francis Crick Institute e del University College di Londra, sostenuta da Cancer Research UK. Le conclusioni del loro lavoro indicano, infatti, che le cellule con mutazioni nei geni EGFR e KRAS possono diventare cancerogene quando vengono in contatto costante e prolungato con l’inquinamento atmosferico.  

Il nuovo studio

«Le stesse particelle inquinanti trovate nell’aria e derivanti dai combustibili fossili che stanno provocando cambiamenti climatici disastrosi hanno un impatto anche sulla salute degli esseri umani – sottolinea Charles Swanton, autore principale della ricerca presentata al convegno Esmo 2022 -. I nostri dati sono basati sia su persone sia su indagini di laboratorio e provano che l’incremento nell’esposizione alle polveri sottili (particolato 2,5) è collegato a un aumento del rischio di carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione genetica del gene EGFR». Gli scienziati britannici hanno sia analizzato i dati relativi a quasi 464mila persone non tabagiste residenti in Inghilterra, Taiwan e Sud Corea, sia studiato in laboratorio gli effetti dello smog su campioni di tessuto polmonare sano. È così emerso che le polveri PM 2,5 favoriscono l’instaurarsi di meccanismi che possono portare alla trasformazione cancerogena di cellule polmonari che hanno la mutazione dei geni EGFR e KRAS. «La ricerca scientifica ha anche permesso di capire che ogni mutazione del DNA e dei geni coinvolti rende ciascun tumore unico – conclude Novello -: ALK, EGFR, KRAS, BRAF, ROS, RET, MET sembrano sigle incomprensibili, che hanno invece un valore decisivo per i malati. Sono i nomi dei geni che hanno un ruolo determinante nelle neoplasie polmonari e proprio in presenza di queste “sigle” si possono oggi utilizzare nuovi farmaci, che hanno aperto speranze, fino a pochi anni fa non immaginabili». 

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10 settembre 2022 (modifica il 12 settembre 2022 | 16:55)

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